lunedì 23 febbraio 2009

occhio all'incenso...

Siamo sempre stati legati a Dario Franceschini da un vincolo fatto di stima, rispetto e affetto. Eppure lo scenografico "giuramento" del neo eletto segretario del PD, fatto davanti al tragico muretto del castello estense, che vide le pallottole degli squadristi veronesi, padovani e ferraresi troncare le vite di numerosi cittadini innocenti nella notte del 15 novembre 1943, non ci provoca battimani o lacrime di commozione.
Diverse sono le stonature.
Sarà per questioni di sensibilità, ma se un giuramento bisognava fare (e non se ne capisce la necessità) perchè non farlo a San Biagio di Argenta, dove su iniziativa dell'associazione partigiani cristiani è stata restaurata la lapide dedicata a Giuseppe Stefani, primo segretario della DC clandestina, rapito e ucciso nel marzo 1944 dai fascisti ferraresi, e poi gettato nel fiume Reno?
Poi, ferma restando la necessità di tutelare i valori della costituzione, davvero "la laicità dello stato" è uno dei valori che va tutelato, perchè in qualche modo è "aggredito" (?) ma da chi? dove? dalle sacrosante parole dei vescovi, che sempre più sono costretti a far supplenza a silenziosi politici di ispirazione cattolica, o controbattere le tesi di cattolici "adulti" che cercano "le alte sintesi" su questioni come la vita, la morte o la famiglia?
Per finire, un ammonimento. Non si può sitracchiare la storia della DC e dei suoi uomini dove e come si vuole. Benigno Zaccagnini, che fu partigiano combattente e leader della sinistra democristiana, ricordava spesso come "l'ora più buia" fu quella successiva alla liberazione, quando dopo aver sconfitto il fascismo, la democrazia si trovò nuovamente in pericolo vista l'azione tutt'altro che pacifica delle forze comuniste, specie in Emilia Romagna.
Cosa sanno di questo i tanti che si affollavano ad applaudire sul corso, a Ferrara? Non sarà che, come confessava un gregario di una certa età "ci siam venuti perchè ci hanno portati"?
L'ambasciatore Giuseppe Salvago Raggi chiuse la sua lunga carriera diplomatica quando, a metà degli anni '30 fu interrogato da Benito Mussolini su quale fosse a parer suo il gas più tossico. La sua risposta fu "l'incenso, eccellenza".
Caro Dario, occhio all'incenso: va bene solo a Messa e a piccole dosi...
a.r.

martedì 10 febbraio 2009

C'era una volta...

C'era una volta un partito, che si chiamava Democrazia Cristiana. Era un partito popolare, di massa, che conteneva diverse anime, fra le quali si faceva notare per spirito propositivo e ampiezza di vedute quella chiamata "sinistra DC", o corrente di Base.
In questa componente militivano gentiluomini, come Benigno Zaccagnini, studiosi che vedevano lontano, come Amintore Fanfani, autentici profeti del loro tempo, come Giorgio La Pira, e anche martiri della democrazia come Aldo Moro e Vittorio Bachelet.
Oggi una opinione pubblica disorientata, giornalisti smemorati e alcuni politologi forse non in perfetta buonafede vorrebbero farci credere che quella DC e quella sinistra DC erano composte da uomini che seguivano il magistero della chiesa se ne avevano voglia, che ascoltavano i vescovi solo se gli andava e che consideravano il Papa un ornamento, specie quando parlava in materia di fede.
La verità sta altrove. Le persone di cui abbiamo detto, e decine, centinaia, migliaia di altre che di quel partito facevano parte con incarichi politici erano credenti, leali collaboratori della Chiesa, della sua dottrina e dei suoi pastori. Erano uomini e come tali sbagliavano, come tutti noi. Ma nessuno di essi si arrogò mai il diritto di dire e fare cose in nome di una presunta "libertà di coscienza" o del "senso laico delle istituzioni", in contrasto con la fede che praticavano.
Ci hanno detto che la vecchia DC non si sarebbe comportata come questo governo sulla vicenda di Eluana Englaro. Ed è vero, perchè semplicmente una questione come quella dell'eutanasia avrebbe trovato un partito intero contrario e compatto a difendere la vita, e più degli altri le persone che sopra ho riportato, le quali sempre, in scritti e discorsi, affermarono che la vita è valore supremo.
Quel partito, quella sinistra democristiana avrebbe evitato l'ultima stazione del calvario che si è consumata il nove febbraio.
Quel partito, quella sinistra democristiana non avrebbe conosciuto "alte sintesi" su questioni come la vita e la morte, e avrebbe ben saputo con chi stare fra chi voleva Eluana viva e chi la voleva morta.
Purtroppo però non esiste più ne' quel partito ne' quella corrente. Esistono persone che ne facevano parte, e che oggi paiono - almeno a chi scrive - confusi e disorientati, più attenti alle ragioni di partito che a quelle della fede. E che ora osservano la morte senza gli strumenti per capirla, per trarne una lezione.
Occorre altro per farvi capire che siete nel posto sbagliato?
Rinsavite. E' ora.
a.r.

domenica 8 febbraio 2009

gran finale: lo scontro di culture.

e così "gran finale": a margine dell'atroce agonia di Eluana Englaro, siamo arrivati con tutta chiarezza allo scontro di culture.

attrezziamoci, cari amici.

a.r.