venerdì 29 luglio 2011

Rieccoci!

Chiediamo scusa a tutti gli amici che hanno atteso un anno prima di avere nuovamente nostre notizie. E' che prima di aggiornare un blog bisogna sapere cosa farne. Ora pensiamo di avere idee più chiare, e confidiamo di potervi aggiornare più spesso su fatti e questioni che meritano una riflessione da cristiani, credenti e praticanti. O più semplicemente da persone civili.


A.R.


___________________________


Silenzio di piombo


Le discutibili modalità relative all’elezione della consigliera PD Roberta Mori come presidente della commissione parità del consiglio regionale sono state accompagnate da una robusta cortina fumogena di propaganda, spesso indice di malessere interno alle organizzazioni politiche. Infatti, un vero e proprio “comizio” su questa e altre vicende politiche nazionali, è stato tenuto dal deputato PD Ivan Scalfarotto martedì 27 durante la festa PD della Rivana a Ferrara.


Da parte nostra non intendiamo ristabilire torti o ragioni, ma semplicemente dare ai lettori qualche fatto su cui riflettere, visto che fumo e nebbia paiono argomenti non particolarmente solidi.

La capogruppo UDC in Regione, Silvia Noè ha manifestato la sua disponibilità a presiedere la commissione pari opportunità dopo che il suo nominativo era stato suggerito (fra gli altri) dallo stesso Vasco Errani, come ha sottolineato il segretario nazionale UDC Lorenzo Cesa. Quindi Ivan Scalfarotto e gli altri presenti, prima di parlare, potevano documentarsi meglio su quanto effettivamente accaduto. Oppure raccontare tutto senza auto-censure.

E’ poi un vero peccato che la stessa Roberta Mori, presente alla festa PD, abbia mantenuto un rigoroso silenzio sulle modalità irrituali della sua elezione a presidente della commissione parità. L’esponente PD, infatti, siede su uno scranno generalmente affidato alle opposizioni, e che ha conquistato solo dopo tre votazioni consecutive del consiglio, a dimostrazione del consenso tutt’altro che unanime dell’assemblea sul suo nominativo.

E perché votare a maggioranza quando su queste presidenze ci sono in genere accordi “bipartisan”? Il motivo è bene ribadirlo, visto che forse nel fumo denso delle chiacchiere laiche e progressiste fatte alla Rivana, si è un po’ perso il filo del discorso: le libertarie frange della sinistra estrema regionale (che assieme a Scalfarotto si sono stracciate le vesti per la votazione della camera in merito alla legge sull’omofobia) hanno senza problemi espresso un veto “ad personam” per Silvia Noè, causato senza giri di parole dalle convinzioni personali e religiose della stessa. Punto. Ci pare un precedente sconcertante, ma tant’è: il clima è questo.

Spiace che l’ampia componente cattolica del PD ferrarese abbia mantenuto sul tema un rigoroso mutismo: evidentemente su questa come su altre questioni nell’ambito etico gli ex popolari estensi non vogliono scontentare nessuno; purtroppo in certe occasioni il silenzio è d’oro, ma in altre è di piombo.