venerdì 25 settembre 2009

viva bersani e la finocchiaro! abbasso dorina bianchi e i cattolici del pd...

Ma sì, viva Pierluigi Bersani e Anna Finocchiaro, che con la stringente razionalità di chi ha fatto parte del PCI hanno detto pane al pane e vino al vino: prima la disciplina di partito, e poi - se non contrasta con il partito - la coscienza individuale. Punto.
Abbasso Dorina Bianchi, povera stella, e come lei i cattolici del PD, da Beppe Fioroni a Enzo Carra, che con commoventi sforzi per mesi hanno cercato di darla a bere ad un popolo elettorale, che oggi sta finalmente dicendo la sua; altro che "terza via", altro che "unione delle migliori tradizioni riformiste italiane". Ma chi poteva credere a queste buggerate, a queste piramidali sciocchezze? Il PD ha da essere quel che deve essere, ossia un partito socialdemocratico, alternativo al centro e alla destra. E pertanto non poteva avere altro schema di valori delle grandi forze socialiste del resto d'Europa, specie su diritti e libertà civili, valori, etica, ecc....
Bravo Bersani, quando dice che vede per il futuro un sistema di alleanze con il centro cristiano democratico, partendo quindi dal presupposto che i cristiani democratici fanno (e faranno) parte di un altro partito, e che se per caso ce ne fosse qualcuno nel PD, sarà bene che capisca l'antifona: è ospite, e come tale si adatti agli usi e ai costumi di casa.
Su Dario Franceschini, il cattolico favorevole alla RSU486, in quanto il famigerato diserbante per embrioni rende "meno traumatico" l'aborto, credo sia inutile ogni commento. Anche perchè parliamo di un segretario uscente, che forse non è mai stato "entrante". Meglio così.
a.r.

mercoledì 2 settembre 2009

Siate cattolici, ma senza disturbare... (il caso Boffo)

La vicenda che ha coinvolto il direttore di “Avvenire” Dino Boffo addolora noi come tutti quelli che prendono Messa credendo a quel che fanno, e non perché devono farsi vedere nelle prime panche delle chiese.
Le rivelazioni – o presunte tali – su alcune non commendevoli vicende che hanno coinvolto questo giornalista ci fanno chiedere se la prima delle virtù cardinali, ossia la prudenza, non sia in qualche modo stata trascurata da alcuni degli attori che presiedono alle scelte editoriali del quotidiano della CEI. Ci si chiede, in un mondo dell’informazione che ormai fa carne di porco delle vite private e pubbliche dei cittadini, se proprio non era possibile evitare di trovarsi in questa situazione che desta amarezza in tutti i credenti e praticanti.
Detto questo non è possibile non sottolineare la “geometrica potenza” di questi attacchi alla comunità cattolica italiana, la quale, a mesi alterni, prende bastonate mediatiche (e non) una volta dagli anticlericali di sinistra per le ormai leggendarie “ingerenze vaticane” nella vita politica italiana su etica e famiglia, e adesso pure dai non meno virulenti laicisti pseudoliberali, per le altrettanto incredibili “ingerenze vaticane” nell’ambito della politica di contrasto dell’immigrazione, la quale – come è evidente – si sta trasformando in una orribile carneficina, che disonora noi e la nostra tradizione.
Tutti o quasi consigliano ai cattolici, con le buone o le cattive, di stare il più possibile zitti, per non turbare la sonnolenta coscienza del paese. Noi, dal nostro modesto scranno, consigliamo a questi (cattivi) maestri di andarsi a rileggere come sono finiti quei regimi in cui la chiesa e i cattolici erano invitati al silenzio. In genere, se trascurata, la storia si ripete.

a.r.