martedì 23 agosto 2011

SI alle feste civili. NO alle manipolazioni laiciste

SI ALLE FESTE CIVILI, NO ALLE MANIPOLAZIONI ANTICLERICALI



La soppressione delle feste civili, o meglio, il loro spostamento alla domenica successiva, è l'ultima delle poco accorte misure che il presente governo intende disporre per fronteggiare lo straordinario stato di crisi economica e finanziaria che colpisce la nazione.


Ciò detto, appare davvero sconcertante come negli appelli che a vario titolo associazioni, singoli e gruppi stanno proponendo in vari social network e gruppi di discussione, questa malaccorta disposizione di un governo "alla frutta" venga messa impropriamente a confronto con il contemporaneo mantenimento delle festività religiose, creando quindi in modo del tutto specioso una sorta di contrapposizione laici-credenti su una decisione che comunque colpirà TUTTI i cittadini del paese.


Si fa poi notare per semplice scrupolo di precisione quanto segue:


- le feste patronali, allo stato attuale risultano SOPPRESSE al pari di quelle civili, a dimostrazione dell'inesistenza delle presunte "ingerenze" vaticane, già abbondantemente presenti nel web. Ciò, in varie città italiane, ha già creato malumori tutt'altro che "laici" contro il governo


- la richiesta della sospensione del concordato in merito alle festività religiose, richiesta in altri appelli, appare davvero abnorme, e dettata da uno spirito di inutile polemica, quasi che se l'ingiustizia andasse a toccare anche le feste concordatarie allora sarebbe "meno ingiusta".


- si rammenta infine che fra il 1977 e il 1985 furono abolite, da governi saldamente democristiani, non meno di una mezza dozzina di festività religiose, delle quali solo l'Epifania fu ripristinata dal 1986. Si potrebbe quindi dire che la Chiesa ha già fatto la sua parte, anche perchè alcune di queste festività, come il Corpus Domini, sono stabilmente nei calendari di nazioni europee che vengono citate come esempi di "stati laici e libertari".


Si manifesta quindi nuovamente il rincrescimento per il modo con cui questo, come altri argomenti della sfera pubblica, sottenda una rappresentazione (piuttosto manichea) della Chiesa italiana come una sorta di "governo ombra" della nazione, cosa che appare sterile e puerile.


Non si può infine astrarre da un dato di fatto: il presente governo non è composto da marziani, ed è stato eletto da 17 milioni di connazionali non più tardi di due anni fa.


Ragionare sulle cose prende più spazio di un appello sul web, ma farebbe un gran bene a tutti, in quanto costringerebbe a riflettere o quantomeno a confrontarsi con qualcosa di diverso del "pensiero unico" laicista.

Chi conviene con questa analisi, può di seguito lasciare la sua adesione.


Andrea Rossi