domenica 30 maggio 2010

Ferrara ha fretta!!

Il consiglio comunale di Ferrara, non avendo niente di più urgente di cui occuparsi, discuterà e sovieticamente approverà l’istituzione del registro di fine vita. Una delle ragioni, come ha sostenuto il capogruppo PD in consiglio comunale, è la lentezza della discussione parlamentare su questo non lieve argomento.
Fermo restando che è bizzarro sostituire la sede appropriata per fare leggi nazionali ossia la Camera e il Senato, perché Ferrara “ha fretta”, sarà bene spiegare cosa contiene il disegno di legge in discussione attualmente a Roma.
Ferrara ha fretta perché il testo in discussione esclude in qualsiasi modo che idratazione e alimentazione possano essere sospese, in quanto indipendenti dalle terapie mediche?
Ferrara ha fretta perché la figura del tutore, ossia la persona destinata ad attuare le volontà (sempre presunte, ricordiamolo) di chi non può più esprimere le proprie intenzioni, sarà comunque fortemente ridimensionata e affiancata da un collegio di medici?
Ferrara ha fretta perché, come ha sottolineato l’associazione Giovanni XXIII, se la figura del tutor non uscisse adeguatamente limitata da una legge nazionale, egli risulterebbe il proprietario della vita e della morte altrui e unico interprete di cosa volesse in teoria fare la persona in coma?
E in conclusione: quale dovrebbe essere la cifra distintiva del cattolicesimo in politica, se ci si adegua alla morale corrente, se non si offre una testimonianza limpida e serena di cosa è lecito e di cosa è arbitrario?
Dove dobbiamo correre nella sonnacchiosa Ferrara?



venerdì 26 marzo 2010

Messaggio agli elettori: la dichiarazione di Manhattan

Cari amici,
scusate il ritardo, ma la benedizione di avere dei figlioli implica tempo e doveri. sotto riportiamo un documento fondamentale che dovrebbe servire ai tanti cattolici "adulti" per orientarsi meglio alle vicine elezioni. Non è uno scritto della "ingerente" CEI, ma dei più importanti esponenti dell'episcopato cattolico, ortodosso e protestante americano. Si tratta della DICHIARAZIONE DI MANHATTAN, manifesto che unisce i cristiani a difesa di una tradizione calpestatata in nome di ideali che mostrano ormai tutta la loro irrazionale disumanità.
Il testo integrale è reperibile nella rivista CULTURA E IDENTITA' (n. 1/2010).
E' una lettura interessante, che consigliamo a tutti coloro che stanno iniziando a capire che essere "adulti", specie se si è "cristiani" implica solo maggiori obblighi e la necessità di dare buoni esempi.
andrea rossi
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Manifesto di Manhattan - settembre 2009
I cristiani, quando hanno dato vita ai più alti ideali della loro fede, hanno difeso il debole e il vulnerabile e hanno lavorato instancabilmente per proteggere e rafforzare le istituzioni vitali della società civile, a cominciare dalla famiglia.Noi siamo cristiani ortodossi, cattolici ed evangelici che si sono uniti nell'ora presente per riaffermare le verità fondamentali della giustizia e del bene comune, e per lanciare un appello ai nostri concittadini, credenti e non credenti, affinché si uniscano a noi nel difenderli.
Queste verità sono (1) la sacralità della vita umana, (2) la dignità del matrimonio come unione coniugale tra marito e moglie, e (3) i diritti di coscienza e di libertà religiosa. In quanto queste verità sono fondative della dignità umana e del benessere della società, esse sono inviolabili e innegoziabili. Poiché esse sono sempre più sotto attacco da parte di forze potenti nella nostra cultura, noi ci sentiamo in dovere oggi di parlare a voce alta in loro difesa e di impegnare noi stessi a onorarle pienamente, non importa quali pressioni siano esercitate su di noi e sulle nostre istituzioni affinché le abbandoniano o le pieghiamo a compromessi.
Le vite dei nascituri, dei disabili e dei vecchi sono sempre più minacciate. Mentre l'opinione pubblica si muove in direzione pro-life, forze potenti e determinate lavorano per promuovere l'aborto, la ricerca distruttiva degli embrioni, il suicidio assistito e l'eutanasia. Nonostante la protezione del debole e del vulnerabile sia il dovere primo di un governo, il potere di governo è oggi spesso guadagnato alla causa della promozione di quella che Giovanni Paolo II ha chiamato "la cultura della morte".
Noi ci impegniamo a lavorare incessantemente per l'eguale protezione di ogni essere umano innocente ad ogni stadio del suo sviluppo e in qualsiasi condizione. Noi rifiuteremo di consentire a noi stessi e alle nostre istituzioni di essere implicati nel cancellare una vita umana e sosterremo in tutti i modi possibili coloro che, in coscienza, faranno la stessa cosa.
L'istituto del matrimonio, già ferito da promiscuità, infedeltà e divorzio, corre il rischio di essere ridefinito e quindi sovvertito. Il matrimonio è l'istituto originario e più importante per sostenere la salute, l'educazione e il benessere di tutti. Dove il matrimonio è eroso, le patologie sociali aumentano. La spinta a ridefinire il matrimonio è un sintomo, piuttosto che la causa, di un'erosione della cultura del matrimonio. Essa riflette una perdita di comprensione del significato del matrimonio così come è incorporato sia nella nostra legge civile, sia nelle nostre tradizioni religiose.
È decisivo che tale spinta trovi resistenza, poiché cedere ad essa vorrebbe dire abbandonare la possibilità di ridar vita a una giusta concezione del matrimonio e, con essa, alla speranza di ricostruire una corretta cultura del matrimonio. Questo bloccherebbe la strada alla credenza falsa e distruttiva che il matrimonio coincida con un'avventura sentimentale e altre soddisfazioni per persone adulte, e non, per sua natura intrinseca, con quell'unico carattere e valore di atti e relazione il cui significato è dato dalla sua capacità di generare, promuovere e proteggere la vita.
Il matrimonio non è una "costruzione sociale" ma è piuttosto una realtà oggettiva – l'unione pattizia tra un marito e una moglie – che è dovere della legge riconoscere, onorare e proteggere.Libertà religiosaLibertà di religione e diritti della coscienza sono gravemente in pericolo. La minaccia a questi principi fondamentali di giustizia è evidente negli sforzi di indebolire o eliminare l'obiezione di coscienza per gli operatori e gli istituti sanitari, e nelle disposizioni antidiscriminazione che sono usate come armi per forzare le istituzioni religiose, gli enti di assistenza, le imprese economiche e i fornitori di servizi sia ad accettare (e anche a facilitare) attività e rapporti da essi giudicati immorali, oppure di essere messi fuori.
Gli attacchi alla libertà religiosa sono pesanti minacce non solo a persone singole, ma anche a istituzioni della società civile che comprendono famiglie, enti di assistenza e comunità religiose. La salvaguardia di queste istituzioni provvede un indispensabile riparo da prepotenti poteri di governo ed è essenziale affinché fiorisca ogni altra istituzione su cui la società si appoggia, incluso lo stesso governo.
Come cristiani, crediamo nella legge e rispettiamo l'autorità dei governanti terreni. Riteniamo che sia uno speciale privilegio vivere in una società democratica dove le esigenze morali della legge su di noi sono anche più forti in virtù dei diritti di tutti i cittadini di partecipare al processo politico. Ma anche in un regime democratico le leggi possono essere ingiuste. E fin dalle origini la nostra fede ha insegnato che la disobbedienza civile è richiesta di fronte a leggi gravemente ingiuste o a leggi che pretendano che noi facciamo ciò che è ingiusto oppure immorale. Simili leggi mancano del potere di obbligare in coscienza poiché esse non possono rivendicare nessuna autorità oltre a quella della mera volontà umana.
Pertanto, si sappia che non acconsentiremo a nessun editto che obblighi noi o le istituzioni che guidiamo a compiere o a consentire aborti, ricerche distruttive dell'embrione, suicidi assistiti, eutanasie o qualsiasi altro atto che violi i principi della profonda, intrinseca ed eguale dignità di ogni membro della famiglia umana.Inoltre, si sappia che non ci faremo ridurre al silenzio o all'acquiescenza o alla violazione delle nostre coscienze da qualsiasi potere sulla terra, sia esso culturale o politico, indipendentemente dalle conseguenze su noi stessi.
Noi daremo a Cesare ciò che è di Cesare, in tutto e con generosità. Ma in nessuna circostanza noi daremo a Cesare ciò che è di Dio.

domenica 10 gennaio 2010

compagni avanti il gran partito: viva il nuovo PDS

e così finalmente il solido bersani e il suo stato maggiore hanno fatto capire l'antifona: i cattolici sono buoni per il PD se stanno zitti e buoni, oppure se appoggiano con entusiasmo la linea del partito. come nel PCI. E quindi pernacchie alla Binetti fino a che non se ne andrà. Resta da capire cosa stanno aspettando lei, carra, fioroni... la banda? (come diceva il vernacoliere).

venerdì 1 gennaio 2010

abbasso Beppino Englaro

Abbasso Beppino Englaro.

Tutto qui. Abbasso chi si serve di una vicenda familiare per fare carriera politica. Spiace usare l'inizio d'anno in questo modo, ma parto da una constatazione verificata da poco su internet. Se si ricerca "abbasso il Papa" ci sono migliaia di risultati. "a morte il papa" ne da altrettanti. "abbasso la Chiesa" idem, così come "abbasso il Vaticano". "Abbasso Beppino Englaro" non offre alcun risultato, mentre "Abbasso Englaro" ci da come risposta una citazione da un rancoroso monologo di Sabina Guzzanti, in cui ci si scaglia contro la Chiesa perchè - bontà sua - il Papa e i Vescovi erano continuamente a dire "abbasso Englaro".

Ecco, adesso almeno ce ne sono due in tutto il web di abbasso Englaro.