martedì 26 agosto 2008

teodem: c'è nessuuuuunooooo???

Se si va nei siti personali di Enzo Carra, Luigi Bobba e Paola Binetti il link esiste ancora, ma appena giunti in http://www.teodem.it/teodem/, ci è parsi di entrare in una tomba egizia, con muffe, ragnatele e odore di stantìo.

L'ultimo aggiornamento è sconosciuto, ma dal tenore degli argomenti di attualità, ossia le "settimane sociali" e la beatificazione di Antonio Rosmini, ci pare che sia un annetto che nessuno mette le mani nel sito.

Assai significativa la sequenza degli argomenti e delle attualità: un tambur battente che tutti i mesi - a partire del 2006 - informava delle iniziative di una realtà che, all'epoca, pare fosse viva e palpitante.

Poi, come il meteorite che troncò la stagione dei dinosauri sulla terra, qualcosa d'improvviso è accaduto nell'autunno scorso, e sui Teodem è sceso il buio ed il silenzio.

Girando nel sito pare di essere su Marte: la vita c'era, e forse prosperosa. Purtroppo ne restano solo le tracce.

Niente di drammatico per chi - venendo da DL o DS - non si è mai fatto problemi sui valori di riferimento, magari perchè gli vanno bene tutti. Anzi, per diversi di questi, forse, meglio così, visto l'astio con cui era guardata l'esperienza dei Teodem.

Per chi credeva invece di avere trovato un riferimento anche nel PD, in modo da non fare sparire le tracce di una esperienza forse minoritaria, ma indispensabile nella confusione morale del partito di Walter Veltroni, resta solo l'ennesima delusione ed un sito web lasciato vuoto e in disuso da mesi.

a.r.

venerdì 22 agosto 2008

Per gli orfani della sinistra DC

Ahimè la nostalgia è canaglia: ho appena creato un nuovo gruppo in FACEBOOK intitolato "sinistra DC".
gli interessanti che vogliano amabilmente conversare con il sottoscritto non devono fare altro che seguire il link:
più siamo, meglio staremo. Magari ricorando assieme i bei tempi andati....
a.r.

venerdì 15 agosto 2008

Feste dell’unità… democratica

Si sa che le abitudini sono dure a morire, specie quelle più di vecchia data. Così, al momento di inaugurare la stagione delle feste di partito, i militanti del PD, quelli che, per usare una definizione di Dario Franceschini, dovrebbero essere già “contaminati” (ossia – in teoria – non essere più ne’ ex DL, ne’ ex DS) si rivelano invece per ciò che sono: un azionista di maggioranza, che non intende a rinunciare a tradizioni ultradecennali, e un socio di minoranza, apprezzato soprattutto se tace, acconsente, e si rende disponibile per la corvè ai tavoli o alla tombola.

E così, senza direttive univoche dal vertice, la base – senza alcuna meraviglia – sfoggia un campionario confuso di anarchia creativa nei nomi e nelle definizioni di ciò che dovrebbe essere la “festa del partito nuovo”: ci sono i duri e puri delle diffusissime feste dell’Unità, nelle quali gli ex DL se vogliono possono partecipare, ma tra bandiere rosse e moccoli da tirar giù i crocefissi, ci sono le feste del PD indistinguibili da quelle dianzi ricordate se non per qualche sparuta bandiera della formazione di Veltroni e senza alcuna rinuncia a bandiere rosse e moccoli, ci sono le feste del PD “ortodosse”, almeno in apparenza, ma nelle quali sono sempre in evidenza gli stand dell’UDI e delle gloriose-battaglie-per-le-conquiste-dei-diritti-civili, con le animatrici che appaiono reperti della stessa archeologia ideologica delle succitate battaglie.
E poi ci sono i colpi di genio, come in Emilia, dove, per non scontentare nessuno, in un paesello si è dato il via alla “festa dell’unità … democratica”, geniale iperbole di qualche leader locale del Partito democratico che spiega a volumi con che approccio la base ex comunista si avvicini alla nuova formazione, ossia con lo stessa volontà egemone con cui erano stati inglobati alcuni resti della galassia socialista e rifondarola.
In una esemplare intervista ad una testa locale, due volontari di una “festa del PD” che – per un mistero gaudioso simile a quello Trinitario – si fregiava assieme del titolo di "60° festa dell’unità" e "prima festa del partito democratico", sostenevano l’uno di venire dal volontariato parrocchiale e l’altro di volere il socialismo reale. Ignoriamo che qualità il secondo apprezzasse del primo. Forse il silenzio. Lo stesso consigliato ai vertici nazionali del PD di provenienza cattolica sui temi etici.