Roby Guerra è l'ultimo futurista, e come tutti i visionari riesce a proporre un futuro distopico, nel quale Benito Mussolini ci racconta il presente del XXI secolo. Argomento scandaloso e tabù, che però guardando bene, appare meno implausibile di quanto possa sembrare.
Nel volume "Adesso parlo io" (Armando Editore, 2019) troviamo invece, a nostro parere, un duce che ormai è disponibile a tutti tramite Youtube, una fonte accessibile a tutti che dimostra una volta di più quanto la frontiera del "proibito", nel web sia una utopia grottesca e risibile. Ritroviamo nelle pagine di Guerra "quel" Mussolini: pacioso e assieme piacione antelitteram, acuto e assieme ottuso, empatico verso il pubblico quanto repellente nel privato. Senza freni, come un vero duce multimediale, impossibile da spegnere o da limitare, irrefrenabile.
Un credibilissimo duce contemporaneo, che resta in fondo quello che dal balcone del municipio di Imola, in un cinegiornale del 1936, dice "in fondo siamo tutti dello stesso giro..." mimando il concetto col gesto della mano, nel delirio di piazza del popolo romagnolo. Siamo rimasti lo "stesso giro" anche oggi, in fondo. con gli stessi difetti e gli stessi pregi dei nostri nonni: generosi e rancorosi, genuini e cafoni, analfabeti e saggi, infami e di buon cuore.
Chi cerca di separare un popolo fra eletti e barbari, fa un brutto servizio al paese, e a tutti i cittadini. E il Mussolini di Roberto Guerra, questo Mussolini 2.0, ci mette davanti allo specchio: è oggi, come cento anni fa, l'autobiografia della nostra nazione.