Chi avesse avuto la pazienza di attendere nuove prove del fatto che il PD risulta essere unito su tutto, fuorché su bazzecole come famiglia, vita e morte, può aggiungere da lunedì 9 marzo l’ulteriore CDD (come dovevasi dimostrare).
Nello scenario del glorioso palazzo Vecchio in Firenze, infatti, è andato in scena l’ennesimo spappolamento del partito oggi guidato da Dario Franceschini. L’incipit dell’inglorioso spettacolo è stata la proposta di concedere la cittadinanza onoraria (per motivi a noi sconosciuti) a Beppino Englaro; fermo restando che un consiglio comunale può discutere di tutto, dalle misure delle formicole alla fisica quantistica, la giunta guidata da Leonardo Domenici quella funesta sera doveva evidentemente essere a corto di argomenti più importanti, forse segnale che la città gigliata ha già trovato soluzioni adeguate a questioni – senz’altro secondarie - come sicurezza, scuola, famiglia, educazione civica, turismo, servizi alla persona, viabilità e cultura.
E così, tra gli "evviva" di una maggioranza radicalsocialexcomunistalaicista, il padre della povera Eluana è divenuto cittadino onorario del capoluogo toscano, mentre i democratici hanno votato a favore, contro e si sono astenuti, il tutto contemporaneamente.
Come poi in genere accade a questa poco fortunata formazione politica, una volta toccato il fondo, invece che risalire si inizia a scavare; così, invece di applicare l’immortale detto dantesco “il bel tacer non fu mai scritto”, il capogruppo PD in consiglio comunale Andrea Barducci, ha pensato bene di polemizzare con l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
E così, tra gli "evviva" di una maggioranza radicalsocialexcomunistalaicista, il padre della povera Eluana è divenuto cittadino onorario del capoluogo toscano, mentre i democratici hanno votato a favore, contro e si sono astenuti, il tutto contemporaneamente.
Come poi in genere accade a questa poco fortunata formazione politica, una volta toccato il fondo, invece che risalire si inizia a scavare; così, invece di applicare l’immortale detto dantesco “il bel tacer non fu mai scritto”, il capogruppo PD in consiglio comunale Andrea Barducci, ha pensato bene di polemizzare con l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Quest’ultimo si era permesso di esprimere la sua (e nostra) perplessità sul fatto che non si comprendevano i preclari meriti del padre di una donna morta per disidratazione, se non quello di aver perseguito con ostinazione l'obiettivo del suo trapasso.
Invece che lasciare che quantomeno il silenzio coprisse la non esemplare vicenda, il Barducci ha pensato bene di apostrofare arcivescovo e curia fiorentina, lanciando le consuete e fruste accuse di ingerenza nelle questioni della civile e laica amministrazione comunale. Insomma, come altrove, la Chiesa va bene se fa elemosine e se sta zitta e quieta. Tertium non datur.
Povera la buonanima di Giorgio La Pira! E nel suo piccolo, povero Matteo Renzi, candidato sindaco PD e cattolico "senza se e senza ma"; rammentando un indimenticabile dialogo fra Renzo Montagnani e Gastone Moschin nel film “Amici miei”, verrebbe da dirgli: “Questo gliè un calvario, non una scampagnata!”
a.r.
a.r.
1 commento:
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
che per mare e per terra batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande!
(Inf XXVI,1-3)
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