mercoledì 2 settembre 2009

Siate cattolici, ma senza disturbare... (il caso Boffo)

La vicenda che ha coinvolto il direttore di “Avvenire” Dino Boffo addolora noi come tutti quelli che prendono Messa credendo a quel che fanno, e non perché devono farsi vedere nelle prime panche delle chiese.
Le rivelazioni – o presunte tali – su alcune non commendevoli vicende che hanno coinvolto questo giornalista ci fanno chiedere se la prima delle virtù cardinali, ossia la prudenza, non sia in qualche modo stata trascurata da alcuni degli attori che presiedono alle scelte editoriali del quotidiano della CEI. Ci si chiede, in un mondo dell’informazione che ormai fa carne di porco delle vite private e pubbliche dei cittadini, se proprio non era possibile evitare di trovarsi in questa situazione che desta amarezza in tutti i credenti e praticanti.
Detto questo non è possibile non sottolineare la “geometrica potenza” di questi attacchi alla comunità cattolica italiana, la quale, a mesi alterni, prende bastonate mediatiche (e non) una volta dagli anticlericali di sinistra per le ormai leggendarie “ingerenze vaticane” nella vita politica italiana su etica e famiglia, e adesso pure dai non meno virulenti laicisti pseudoliberali, per le altrettanto incredibili “ingerenze vaticane” nell’ambito della politica di contrasto dell’immigrazione, la quale – come è evidente – si sta trasformando in una orribile carneficina, che disonora noi e la nostra tradizione.
Tutti o quasi consigliano ai cattolici, con le buone o le cattive, di stare il più possibile zitti, per non turbare la sonnolenta coscienza del paese. Noi, dal nostro modesto scranno, consigliamo a questi (cattivi) maestri di andarsi a rileggere come sono finiti quei regimi in cui la chiesa e i cattolici erano invitati al silenzio. In genere, se trascurata, la storia si ripete.

a.r.


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