domenica 14 dicembre 2008

I HAVE A DREAM: una roadmap per i cattolici democratici

Qualcuno ci ha fatto notare che giochiamo sempre in contropiede, ossia lesiniamo sulle proposte e scialacquiamo sulle critiche ai cattolici democratici impegnati in politica.
Proviamo allora a fare una road map per il 2009, in modo che questo presunto anno orribile - e un pò di fiducia nella Provvidenza comunque ci vorrebbe - possa essere utile per le sorti di un'esperienza che non può e non deve concludersi nel partito socialista europeo.
Partiamo appunto di qui, ossia dalla confluenza nel PSE, fatto che ci auguriamo possa far esplodere tutte le contraddizioni interne al PD. E siccome oportet ut scandala eveniant ci auguriamo che le elezioni europee siano affiancate da una sonora batosta del partito di Veltroni alle prossime amministrative.
Questo, si badi bene, non perchè in qualche modo ci dia letizia che il Cavaliere proceda indisturbato nella suo poco commendevole governare; purtroppo, però, il progetto di una costituente centrista e cattolica può aver luogo solo dopo che i tanti che hanno creduto in buona fede al Partito democratico, avranno aperto gli occhi sul fatto che non si possono fare "elevate sintesi" con persone - tutte stimabilissime - che su vita, famiglia, morale e valori umani la vedono in modo antitetico da noi.
A meno che i portatori di valori e di una Fede non sottostiano a chi è portatore di ideologie. In quel caso però più che di cattolici democratici, mi pare si possa parlare di socialisti "in pectore" per i quali l'approdo del PSE va benissimo. Tutto questo, ovviamente, al netto di quei non pochi ex DL che nella Margherita erano entrati per le poltrone e nel PD anche e per i quali andare a Messa la domenica era da tempo un optional.
Comprendo che non è bello augurare una catastrofe politica ai propri amici ed ex colleghi di partito, e lo facciamo con la stessa amarezza con cui Alcide de Gasperi e gli altri coraggiosi che fondarono in clandestinità la DC nel 1942, si auguravano (in ben altre e più drammatiche condizioni) la sconfitta dell'Italia in guerra e la caduta del fascismo, come unico mezzo per riportare la democrazia nel paese, e condurre i cattolici nell'alveo di un partito che li rappresentasse appieno.
Purtroppo però soltanto con la fine dell'equivoco di un partito fondato sul "ma anche" si può cercare di creare una forza politica che possa dare spazio alle istanze sincere del cattolicesimo sociale italiano.
A chi dice che è finita l'epoca del partito confessionale rispondiamo che l'esistenza e la buona salute del gruppo dei popolari europei ci pare dimostri ampiamente il contrario, anzi, proprio l'aumentata solidità del PPE ha costretto tanti destrorsi - anche nostrani - ad una salutare conversione sulla strada di Damasco verso principi realmente democratici.
Per il resto, stiamo a guardare se effettivamente la "road map" si realizzerà. E attendiamo qualcuno che condivida con noi l'attesa.
A.R.

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