martedì 11 settembre 2012

Sudditi nel mondo del "politcally correct"

Dopo settimane di sollecitazioni giunte da cittadini, associazioni, comitati e famiglie, finalmente l’amministrazione comunale di Ferrara ha deciso di comunicare quali e quanti istituti scolastici a causa del terremoto dello scorso maggio, saranno costretti ad aperture ritardate o a provvisori cambi di sede. Sgombro immediatamente il campo da qualsiasi equivoco: da parte mia non intendo mettere in dubbio ne’ la buona fede, ne’ il massimo impegno per risolvere una situazione oggettivamente complessa e difficile da risolvere.
Mi preme sottolineare, però, la totale assenza nel corso dell’estate di qualsiasi aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori e dei possibili ritardi previsti; i genitori spesso già angustiati da problemi economici e lavorativi, avevano diritto ad essere informati dei possibili disagi, quantomeno in tempo utile per coinvolgere le consuete facilities con cui nel nostro capoluogo si aiutano le famiglie in difficoltà: nonni, zii, amici e parrocchie.
Sindaco e assessore competente hanno chiarito alla stampa che hanno preferito il silenzio a comunicazioni incomplete o erronee; liberi loro di ritenere questa scelta corretta, libero io di dire che questa decisione spiega con illuminante chiarezza come le bistrattate famiglie “classiche” non siano evidentemente la priorità di questa amministrazione, tanto presente su Facebook, Twitter o nei blog personali degli assessori per illustrarci ponderose analisi sui massimi sistemi, tanto assente nella cura della comunicazione istituzionale.
Si dirà che non era possibile fare diversamente. Io resto di avviso diverso, ossia che quanto è avvenuto rappresenti invece alla perfezione la scaletta delle priorità dei vertici democratici estensi; all’interno delle feste del PD svoltesi durante gli scorsi mesi, quella nazionale delle donne e quella provinciale si è discusso per estenuanti serate (disertate regolarmente dal pubblico) di famiglie allargate, famiglie gay, convivenze, unioni civili, anche con allegri spernacchiamenti verso chi all’interno di questo partito ha una visione del mondo legata a valori tradizionali, come la malcapitata Rosy Bindi.
Assenti dai temi delle amabili conversazioni a la pàge degli intellettuali e dei sociologi, ovviamente, le famiglie “naturali” (quelle con mamme, babbi e bimbi per intenderci: roba all’antica); per ritrovare un minimo di visibilità queste hanno dovuto strillare sul web e sui giornali la loro rabbia per essere state tenute all’oscuro su come, dove e quando cominceranno le lezioni nelle nostre scuole. Esorcizzate nei dibattiti sono tornate alla ribalta della cronaca per i disagi che dovranno affrontare nei prossimi mesi. E probabilmente, se non si terrà alta l’attenzione, spariranno nuovamente da qualsiasi discussione politica.
Ancora di recente il sindaco di Ferrara ha detto che i suoi interlocutori sono i cittadini. Allora, caro sindaco, i cittadini si incontrano, le famiglie si vanno a trovare, le assemblee per discutere questa fase difficile vanno convocate, come è stato fatto in quasi tutti i comuni coinvolti nel sisma. Non esiste che i disagi di centinaia di famiglie terremotate possano essere risolti con una conferenza stampa e chi si è visto si è visto. Siamo cittadini e non sudditi!!

A.R.

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