Pare essersene accorto solo “Il Foglio” (http://www.ilfoglio.it/soloqui/936), ma la lista dei peccati mortali contro le donne e i diritti civili di cui si è macchiata la candidata repubblicana alla vicepresidenza USA Sarah Palin è davvero da manuale per capire il deterioramento della cultura dei liberal americani e della sinistra nostrana. Ed effettivamente la governatrice dell’Alaska pare l’idealtipo weberiano di tutto ciò che le più rancorose esponenti delle gloriose battaglie sessantottine e le loro eredi di oggidì odiano fortissimamente (forse per invidia?): una donna sposatasi in giovane età (e in aggiunta, felicemente), che ha avuto quattro figli, di cui uno accolto anche se Down, “pro life” senza “se” e senza “ma”. Una discreta differenza rispetto suo diretto rivale, il candidato democratico alla vicepresidenza Joseph Biden, il quale ha tenuto a dire di essere cattolico e “pro choice”, cosa che a noi suona come essere buddisti e favorevoli all’uso delle armi da fuoco, ma evidentemente non siamo abbastanza cattolici adulti o contorsionisti della coscienza.
La notizia che la figlia minorenne della Palin era incinta da qualche mese, è apparsa quindi per il circus mediatico di qua e di là dall’Oceano una ghiotta occasione per schizzare fango su una famiglia normale alle prese con un evento normale, ossia una gravidanza inattesa; visto l’accanimento su questo tema, si dovrebbe dedurre che l’opinione pubblica laica e plurale, liberista e libertaria, maggioritaria (almeno a chiacchiere) nel mondo occidentale, ritiene un autentico castigo di Dio avere il pancione senza avere i canonici diciott’anni, tanto da dover esporre alla gogna televisiva chi si trovi ad avere una figlia in questa situazione rivestendo una carica istituzionale.
Indubbiamente se la Palin fosse stata di diverso orientamento religioso e filosofico, probabilmente non si sarebbe nemmeno trovata di fronte a questo (presunto) ostacolo sulla strada della vicepresidenza: come ognun sa, cliniche discrete e farmaci abbordabili consentono oggidì senza grosse difficoltà alle donne in carriera e alle loro congiunte di sgravarsi senza problemi di ogni sgradito peso sulla strada della popolarità.
E invece? Colpo di scena: la governatrice dell’Alaska si presenta alla convention repubblicana con la figlia, il pancione, l’impacciato fidanzato e futuro marito, assieme al figlio maggiore in partenza per l’Iraq e alla piccola portatrice di handicap, come a dire “siamo una famiglia normale, e non abbiamo nulla di cui vergognarci”. Un grido silenzioso che ha scatenato gli applausi della platea ed è diventato in breve il ruggito di milioni di famiglie dell’America profonda. Un’America ingiustamente dipinta come ottusa, gretta, poco incline ai “cambiamenti” e legata ai valori tradizionali di un mondo cristiano da alcuni definito fondamentalista, come se avere uno schema di valori in cui il bene e il male sono chiari e non immersi nel brodo sincretista della new age, fosse paragonabile al fanatismo terrorista di Al Qaeda.
Gli indici di gradimento per la Palin sono schizzati alle stelle, ben al di sopra di quelli del diretto rivale Joseph Biden, contribuendo, con un inatteso effetto trascinamento, anche alla candidatura di John Mc Cain.
Quante cose i democratici di casa nostra – oltre che quelli a stelle e strisce, ovviamente – potrebbero imparare da questa lezione se non avessero delle fette di prosciutto ideologico sui propri occhi. Per quanto ci riguarda supporteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione la governatrice dell’Alaska. Anche solo con un banner nel nostro modestissimo blog.
a.r.
Nessun commento:
Posta un commento